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I sequestri mettono in pericolo l'aiuto per la Somalia del Sud, con rischi per la vita

Nairobi, 03-11-05 (comunicato stampa) - Il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (PAM) ha messo in guardia, oggi, che la recente ondata di sequestri delle navi al largo delle coste della Somalia, sta riducendo la consegna di aiuti alimentari d’urgenza, con grave rischio per la salute e il benessere di oltre mezzo milione di somali del sud del paese, colpiti da siccità e guerra.

“Noi e i nostri partner delle Nazioni Unite e delle ONG siamo fortemente preoccupati dal peggioramento della situazione umanitaria nel sud della Somalia, soprattutto perché l’insicurezza in mare limita i nostri sforzi di assistenza”, ha detto Zlatan Milisic, direttore del PAM in Somalia. “Dobbiamo aumentare le consegne di aiuto alimentare, il che sarà molto difficile, date le attuali condizioni”.

Secondo un recente studio delle agenzie, coordinato dalla FAO, ci sono circa 640.000 persone nella Somalia del sud, compresi gli sfollati per l’alluvione, che hanno bisogno di assistenza urgente. I distretti più gravemente colpiti comprendono: Gedo, Bakool, il Medio e il Basso Juba. I livelli di malnutrizione nel sud della Somalia hanno raggiunto picchi inaccettabili, con punte del 20 per cento in alcune aree.

La siccità è la principale minaccia per quei somali che vivono lontani dai fiumi, nel Basso e Medio Juba e a Gedo, dove le piogge scarse ed erratiche, durante la seconda stagione delle piogge in ottobre e novembre, stanno aggravando una situazione già disperata dopo l’assenza delle prime piogge all’inizio dell’anno.

“I pastori e il loro bestiame sono già in movimento in cerca di acqua e pascoli. Se non ci pioverà nelle prossime settimane, mancherà il cibo e molte vite saranno a rischio in numerosi distretti del sud, alla fine di quest’anno”, ha detto Milisic. “Tutto ciò riguarda famiglie già colpite dalla guerra civile”.

Le coste del sud della Somalia sono tra le più pericolose del mondo; negli ultimi mesi, le operazioni del PAM in Somalia sono state sabotate dai sequestri di due imbarcazioni che trasportavano aiuto alimentare. Gli armatori chiedono ora scorte armate per viaggiare in queste acque.

“Considerando l’insicurezza al largo della costa, stiamo esplorando passaggi alternativi, incluso il trasporto via terra dal Kenya, attraverso Gibuti, per raggiungere quanti hanno bisogno disperato di assistenza alimentare. Ma anche queste strade alternative pongono sfide simili per la logistica e la sicurezza”, ha detto Milisic.

Il PAM è anche preoccupato perchè i voli di assistenza delle Nazioni Unite hanno scarso accesso a numerose piste di atterraggio nel sud della Somalia.

Il PAM lavora a stretto contatto con CARE e con altri organismi non governativi per garantire che l’assistenza alimentare raggiunga i più vulnerabili. C’é una rete estesa di agenzie ONU, ONG e di partner locali che fornisce sostegno vitale e segue iniziative fondamentali per la ricostruzione. L’insicurezza e l’assenza di ogni legge colpiscono la maggioranza di queste operazioni, soprattutto perché gli operatori umanitari sono stati bersaglio di rapimenti e uccisioni.

Nonostante i sequestri, le operazioni del PAM nella valle di Juba, che soffre di una cronica insicurezza alimentare, sono continuate. Nelle scorse due settimane il PAM ha distribuito circa 830 tonnellate di cibo nel distretto di Jilib, destinate a 80.000 persone, e altre 725 tonnellate per 67.500 beneficiari nel distretto di Buale. Ulteriori 830 tonnellate per 78.000 beneficiari saranno distribuite nel distretto di Sakow.

Il PAM richiede ulteriori contributi ai donatori per 11.000 tonnellate di aiuti alimentari, in modo da assistere adeguatamente, sino a metà del 2006, quanti soffrono per la scarsità di cibo in tutto il paese.

I donatori che hanno contribuito alle operazioni di assistenza 2003-2006 del PAM in Somalia comprendono: Stati Uniti (US$31, 8 milioni), Italia (US$5 milioni), Canada (US$4,4 milioni), Giappone (US$2,1 milioni), Paesi Bassi (US$1,4 milioni), Grecia (US$1,3 milioni), Finlandia (US$468.000), Norvegia (US$435.000), Svizzera (US$247.000), Irlanda (US$95.000), Malesia (US$60.000), Marocco (US$7.000)