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Giornata Mondiale del Rifugiato

Giornata Mondiale del Rifugiato
Dichiarazione di Ertharin Cousin, Direttrice Esecutiva del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP)

ROMA – È passato un altro anno e continuiamo a vedere un numero impressionante di uomini, donne e bambini vivere lontano da casa, affrontare enormi difficoltà per sfamare i propri figli e mandarli a scuola, per pagare le spese mediche e vivere una vita normale e in salute.

Ci sono quasi 60 milioni di persone, oggi, costrette a diventare dei profughi, si tratta di una persona su 122 nel mondo. Il Sud Sudan è sull’orlo di una catastrofe alimentare, le violenze si aggravano in Iraq e in Siria mentre nuove zone calde sono emerse in Yemen e Nigeria. I bisogni superano sempre di più le risorse e ciò rappresenta una sfida sia morale che finanziaria per la comunità internazionale.

È fondamentale ricordare che le drammatiche condizioni provocate da conflitti e da disastri naturali non solo distruggono le vite di coloro che sono costretti alla fuga ma mettono anche a dura prova le risorse delle comunità che li accolgono. La Giornata Mondiale del Rifugiato (20 giugno) è un’opportunità importante per ricordare al mondo l’esistenza di queste complesse questioni.  

Nel 2014, il WFP, in collaborazione con l’Alto Commissariato ONU per i rifugiati (UNHCR) e altri partner, ha assistito, nel mondo, 6,7 milioni di rifugiati e 14,8 milioni di sfollati.

I nuovi sfollati si uniscono a quanti sono in esilio da anni e noi dobbiamo assicurarci che non vengano dimenticati e che non soffrano la fame. Con i nostri colleghi dell’UNHCR, con le organizzazioni partner e i governi donatori, continueremo a farvi fronte in ogni modo possibile, aiutando a soddisfare la richiesta di urgente assistenza alimentare e di altri soccorsi vitali.

L’anno scorso, in una visita in Etiopia, ho conosciuto una donna in lutto per la più piccola dei suoi figli. La piccola non era sopravvissuta al lungo viaggio a piedi dal Sud Sudan. La donna aveva camminato per giorni alla ricerca di salvezza e cibo per la sua famiglia. Questa madre non è l’unica. Migliaia di donne, incluse quelle in Sud Sudan, in Siria e ora anche in Yemen, corrono rischi enormi per proteggere e mettere in salvo i propri figli. Dobbiamo fare di più per evitare questa immane tragedia umanitaria. Per i conflitti e la fame, si corre il rischio di perdere un’intera generazione.

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Seguici su Twitter: @WFP_IT , Facebook:  World Food Programme

Per ulteriori informazioni: Vichi De Marchi, Portavoce per l’Italia, WFP/Roma, Tel.: +39 06 6513 2058, Cell.: +39-348 0517 605, vichi.demarchi@wfp.org