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Comunicato Stampa: Morris a Kobe su tempestivo allarme per salvare vittime di disastri

20/01/05 - Il responsabile del PAM a Kobe: un allarme piu’ tempestivo avrebbe potuto salvare milioni di bambini vittime di disastri

Kobe - “Grazie al generosissimo aiuto del Giappone e degli altri paesi donatori, nessun bambino sopravvissuto allo tsunami in Asia dovrà morire di fame. Questo disastro ha causato proprio a loro le maggiori sofferenze, ma con sistemi di allarme migliori e più rapidi, in futuro potremo mettere in salvo milioni di bambini,” ha detto James T. Morris, Direttore Esecutivo del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (PAM), oggi a Kobe, nel corso di una visita di tre giorni per la Conferenza Mondiale delle Nazioni Unite sulla Riduzione dei Disastri.

Mentre la massiccia distruzione causata dal terremoto e dal conseguente tsunami del 26 dicembre non era prevista, è certo che milioni di persone nel mondo saranno colpite da un qualche disastro in un momento imprecisato nei prossimi cinque o dieci anni. Saranno le donne e i bambini i più provati. Ancora una volta buona parte del Bangladesh sarà spazzata via dalle inondazioni, così come nuovi uragani devasteranno l’America Centrale e i Caraibi e il Corno d’Africa sarà tormentato dalla siccità.

“La crisi dello tsunami in Asia evidenzia meglio di ogni altro evento l’estrema importanza di un allarme tempestivo e della capacità di rispondere all’emergenza,” ha detto Morris. Il numero dei disastri naturali sta crescendo, e circa un terzo dei 100 milioni di beneficiari del PAM sono, in questo momento, a rischio ambientale. In risposta a questo trend crescente, il PAM ha deciso di fare proprie due priorità congiunte: la riduzione dei rischi derivanti da disastri naturali e la capacità di rispondere all’emergenza. Fra le altre iniziative, il PAM ha avuto un ruolo chiave nella messa a punto di un nuovo strumento d’allarme tempestivo quale il sito HEWSweb (www.hewsweb.org).

“Lo tsunami, che ha colpito l’Asia, ha scioccato il mondo intero e massicci aiuti per i sopravvissuti stanno già giungendo a destinazione. La sfida che ci si presenta oggi, però, è quella di mantenere vivo questo slancio per milioni di altre persone nel mondo, persone le cui esistenze sono minacciate dalla fame e dalla povertà, ma i cui volti vediamo raramente sotto i riflettori.”

Se consideriamo il numero di coloro che muoiono di fame o di malattie ad essa collegate, solo una persona su 10 muore a causa di una guerra o di un disastro naturale. Ogni settimana, lo stesso numero di persone che hanno perso la vita nello tsunami in Asia – molti dei quali bambini – si spengono per fame o per malattie connesse. Queste persone muoiono in silenzio in comunità devastate dalla povertà e senza attirare l’attenzione dei media internazionali.

Morris ha detto ai partecipanti alla conferenza: “Vorrei lanciare un avvertimento. La fame cronica e la malnutrizione che affliggono 300 milioni di bambini nel mondo, non suscitano l’enorme interesse dei media come è avvenuto per lo tsunami, ma causano sofferenze di gran lunga maggiori. Non possiamo permetterci di perdere di vista questa realtà. Anche questa è un’emergenza.”

Il Governo del Giappone, che ha ospitato la Conferenza di quattro giorni sulla Riduzione dei Disastri, ha destinato, oggi, 60 milioni di dollari statunitensi – sino ad ora la più importante donazione - al programma di aiuti del PAM per lo tsunami. La tempestività della contribuzione rappresenta un grossissimo aiuto per il PAM. Morris ha incontrato i rappresentanti dei governi del Giappone e dello Sri Lanka, e ha ringraziato il Giappone per il suo generoso contributo. “Sono profondamente grato al Governo e al popolo del Giappone per la solidarietà dimostrata alle nazioni devastate dalla crisi,” ha detto Morris.

Il PAM lavora 24 ore al giorno per portare a destinazione aiuti alimentari d’emergenza per i 20 milioni di persone colpite dallo tsunami in Indonesia, Sri Lanka, Maldive, Myanmar e Somalia. Più di un milione di persone, fra coloro che sono stati maggiormente colpiti, ha già ricevuto razioni di cibo nei 20 giorni successivi allo tsunami.

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